Stamattina ho incontrato davanti al fruttivendolo un amica americana. Era in giro con un gruppo di tedeschi, quattro donne e un uomo. Nonostante che i tedeschi si trovavano un po’ schiacciati in mezzo ai cestini di melanzane e uva moscato, la mia amica cominciò subito a elogiare il mio libro “Santa Mafia”, spiegava che è uscito censurato per volontà dell’autorità giudiziaria tedesca, intervenuta su richiesta di alcuni personaggi i cui nomi sono ben noti perché figurano nelle informative di polizia sia italiane che tedesche.
Alla fine della sua esposizione, i tedeschi volevano farsi vedere adeguatamente impressionati, sebbene non si erano aspettati di dover parlare di mafia la mattina presto, per giunta a Venezia, tra un palazzo gotico e una chiesa barocca. Avevano delle guide di Venezia in mano e stavano andando al campo Santo Stefano per visitare la chiesa. Una delle donne si schiarì la voce e disse che anche lei, da qualche tempo, avrebbe perso la fiducia nella giustizia tedesca. Gli altri annuivano. Poi il cielo era così azzurro e inoltre mancava anche lo spazio tra i cestini di frutta. E ridendo l’uomo disse: Però, anche la mafia ha dei lati buoni. Perché altrimenti Lei non sarebbe più in vita.